Al Bar Cinzia vetrina sfondata: rubato il registratore di cassa
Il titolare: «La scarsa sicurezza del quartiere è un problema reale»
Merano. Vetrata d’ingresso infranta e cassa svanita: per la terza volta in un anno il bar Cinzia, ritrovo del rione Maria Assunta, è stato visitato dai ladri. E in zona monta l’apprensione per la microcriminalità. Oltre al bar Cinzia un altro locale non lontano dal quartiere sarebbe stato oggetto di un furto di alcune centinaia di euro, finiti nelle tasche di una mano lesta pronta ad approfittare di un attimo di distrazione dei gestori mentre svuotavano le slot machine. Segni inequivocabili di una microcriminalità strisciante che vessa i residenti di una zona della città già messi a dura prova dai lavori per la circonvallazione MeBo-val Passiria, dall’annosa difficile convivenza con il vicino campo nomadi e più in generale da una diffusa sensazione di essere lontani dalle attenzioni del governo cittadino. «È successo ancora - denuncia Giuseppe Quaglio, marito di Anna Santa, titolare del bar Cinzia - ed è la terza volta in meno di un anno». Ieri mattina all’apertura del locale, l’amara sorpresa del vetro della porta d’ingresso in frantumi. «Non hanno neanche provato a forzare il registratore, lo hanno direttamente portato via». I malfattori hanno evitato di indugiare, le loro mire non si sono spostate sulle slot machine ospitate nella sala adiacente, a differenza di quanto accaduto nell’ottobre 2009 quando oltre alla cassa era sparito il distributore di monetine. Quest’estate, invece, i ladruncoli erano penetrati all’interno del bar nel primo pomeriggio, sempre in orario di chiusura, sgraffignando anche l’incasso della mattinata. Il blitz nella notte tra martedì e mercoledì graverà per un paio di migliaia di euro sul bilancio dell’esercizio: qualche centinaio di euro di fondocassa, l’acquisto di un nuovo registratore e i costi di sostituzione del vetro. I gestori del locale, sconfortati e frustrati, richiamano ciascuno alle proprie responsabilità: «La scarsa sicurezza nel quartiere - asseriscono - è un problema reale. La notte bisogna sperare nella luna piena e nell’assenza di nuvole per poter vedere qualcosa: l’illuminazione pubblica è ridicola. Ci hanno riempito la testa di promesse, ma alla fine rimaniamo sempre abbandonati a noi stessi».